CEDIFOP news n. 4 - Ottobre 2006 - articolo 002
Una risposta equilibrata che rende giustizia ai sommozzatori.
Intervento del direttore del CEDIFOP
(di Manos Kouvakis)
La sentenza del TAR del Lazio arriva, finalmente, a risolvere un annoso problema: decade il limite di età di 35 anni per l’iscrizione al Registro Sommozzatori presso le Capitanerie di Porto. Infatti, non tanto l’età, quanto le visite mediche, che attestano il buono stato di salute dell’Operatore Tecnico Subacqueo, devono essere la “discriminante” per l’iscrizione o meno in tale registro, fermo restando i requisiti formativi/professionali, dei richiedenti tale iscrizione.
Noi come scuola di formazione professionale abbiamo ricevuto molte richieste, da tutta Italia, di subacquei, anche oltre i trentacinque anni, che vogliono mettersi finalmente in regola, attraverso l’iscrizione nel Registro Sommozzatori.
Speriamo che il Ministero dei Trasporti recepisca la necessità di diramare, a tutte le Capitanerie di Porto, una Circolare sul tema del limite di età, così non ci saranno disparità di trattamento nelle varie zone d’Italia, e che questo sia il primo passo per cominciare a mettere ordine in questa variegata e dinamica categoria di lavoratori
Certamente il limite di età non è l’unico problema degli operatori subacquei, fra questi restano da affrontare i problemi riguardanti l’inquadramento in una categoria professionale che comprenda le dinamiche lavorative dell’operatore tecnico subacqueo che oggi è inquadrato come “metalmeccanico” (escludendo, paradossalmente, per definizione, l’attività in immersione). Sarebbe opportuna una legge che andasse a definire, catalogandole professionalmente, le varie tipologie di lavoratori subacquei, da quelli che esercitano la professione di “guide” subacquee, a coloro che lavorano nelle aree portuali, a coloro che lavorano “off-shore”; a mio avviso occorrerebbe una legge che a grandi linee ripartisse le attività subacquee almeno in tre macrosettori: “Subacquea sportivo/ricreativa o commerciale” (diving - guide turistiche subacquee) - “Subacquea professionale” (attuali OTS) - “Subacquea industriale” (alto fondale); andando a tracciare a grandi linee le competenze standard che ogni operatore di settore dovrebbe avere, tenendo conto dello stato dell’arte attuale, delle acquisizioni tecnologiche e delle procedure operative adottate per lo svolgimento dei lavori subacquei e per la stessa integrità fisica degli OTS e prendendo atto dello stato dell’arte della formazione professionale adottata fino ad ora in Italia correlndola agli standard operativi dettati da organismi “certificatori” di profilo internazionale, massima espressione dell’esperienza maturata in oltre 50 anni di attività subacquea.